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Domenica XXVII del Tempo Ordinario – Anno B 7 ottobre 2012
Letture: Gn 2, 18-24 Eb 2, 9-11 Mc 10, 2-16
.e i due saranno un’unica carne

 

Nella parola di Dio di questa domenica desidero sottolineare tre punti. Anzitutto la bellezza del progetto originario di Dio per l’uomo, per la coppia umana. Il Creatore ha per l’umanità un disegno di gioia e di armonia: il linguaggio biblico dice tutta la delicatezza e l’attenzione di Dio per le sue creature: "Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda". E l’uomo riconosce nella donna la compagna che condivide con lui la natura e il destino, una dignità comune. La meraviglia dell’uomo dinanzi alla creatura che è "osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne" esprime l’attrazione che fonda l’unità e la comunione delle due vite: "Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne". Questo testo, attraverso un linguaggio poetico e sapienziale di portata universale, offre la prospettiva nella quale prende luce la relazione uomo-donna e il matrimonio cristiano. A questa origine si richiama Gesù nel brano evangelico, in risposta alla domanda trabocchetto dei farisei.

E il secondo punto è questo: Gesù denuncia la durezza di cuore degli uomini, che ha modificato il progetto originario di Dio, e richiama la santità di ciò che Dio ha fatto. Se Dio ha creato l’uomo maschio e femmina e ha pensato il matrimonio come comunione di esistenza "l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto". 
Dunque il matrimonio è nel disegno del Creatore per l’umanità un rapporto santo, una vocazione conforme al piano di salvezza da Lui pensato fin dall’inizio. E’ questa la visione del matrimonio cristiano come sacramento, segno dell’amore di Cristo e della Chiesa, come dice Paolo, luogo di una grazia speciale di Dio per il cammino di santificazione. Ma l’uomo che ha fatto di questo progetto?
Da quando con il peccato la fragilità è entrata nella esistenza umana, abbiamo sperimentato i guasti, gli squilibri e le sofferenze da esso causati. Anche nella relazione coniugale si è aperta una ferita, che l’egoismo e l’ingiustizia, in definitiva l’incapacità di amare, rendono insanabile. Ma Dio desidera guarire il cuore dell’uomo e la relazione uomo-donna attraverso Gesù Cristo, dono della misericordia del Padre.

Infine, il Verbo si è fatto carne per riconciliare con Dio gli uomini e per rigenerare attraverso la sua passione, morte e risurrezione l’intera esistenza umana. In Lui, reso perfetto attraverso la sofferenza, come dice l’autore della lettera agli Ebrei, cioè divenuto salvatore e sacerdote eterno attraverso il dono della sua vita, gli uomini suoi fratelli ottengono liberazione, guarigione, santificazione, salvezza. Tutto può diventare nuovo in Cristo, per chi lo accoglie con fede. Ma occorre avere un cuore semplice, capace di fidarsi di Dio. Come il cuore di un bambino, ci ricorda la finale del brano evangelico odierno. 
Allora tornerà a splendere la luce nella nostra vita e nelle nostre relazioni, e potremo guardare con occhi nuovi alle meraviglie che Dio ha compiuto e continuamente compie per noi.

 

Diac. Francesco D’Alfonso

 

 



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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"