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letture ed emozioni di un libraio.
Leggendo
Miriam Cimnaghi.
dedicate a

@SteGiannini# Ministro dell’Istruzione

http://www.campedel.it/schede/257888.PHP



Il ruolo dell’insegnante.


Ogni intervento educativo richiede un orientamento, una direzione che l’insegnante deve esplicitare a se stesso prima ancora che agli altri perché deve essere una direzione del cuore, ancor prima che di conoscenze.
Illuminare il volto dei propri allievi, aprire la loro bocca, aiutarli a esprimersi, dare loro l’impressione di sentirsi ascoltati e capiti ....
L’insegnante non deve mai scoraggiare, non deve alimentare pensieri negativi né sentirsi alla mercé di eventi esterni...
La scuola deve assumersi in particolare il compito di educare all’ascolto, ascolto di sé e dell’altro, attraverso appositi processi formativi.
L’insegnante nella scuola deve essere promotore di dialogo. La relazione magistrale deve sollecitare interventi, domande, discussioni per essere feconda e dare vita al conoscere.
La creatività non deve essere lasciata in un angolo, ma va sollecitata, promosso, invitata a porsi come strumento di studio e di lavoro.


 



foto Stefano

 

foto
foto stefano

 

 

Il ruolo dell’insegnante.


L’insegnante è l’artista paziente che capisce e interpreta, attento che l’orgoglio non gonfi e chiuda la propria mente e il cuore dei suoi alunni.
Deve allora stimolare l’analisi dei comportamenti attraverso un approccio individualizzato, attento a capire atteggiamenti negativi nelle loro cause e nei loro effetti disturbanti e il mondo con cui affrontarli, modificarli, migliorarli, integrarli in comportamenti più semplici e meno conflittuali.
La scuola ha il compito di aiutare il mondo a sopravvivere educando ai valori di giustizia, verità e pace promuovendoli al suo interno, perché ciascuno riesca a trasmetterli all’esterno.
Lo studio deve stimolare interesse, deve essere gradito, deve portare all’amore per il conoscere:questo richiede da parte dell’insegnante elasticità mentale per valutare i tempi e i momenti più idonei per presentare nuove conoscenze, evitando di sovrapporle alle altre non ancora ben approfondite e assimilate

 

 

 

La scuola e i ragazzi

La scuola dovrebbe inculcare nei ragazzi la passione per lo studio e per la ricerca così che ogni conoscenza appaia come una conquista personale, approfondita in autonomia, esigenza della mente e del cuore, fame che richiede di essere saziata, sete che non si esaurisce.
Con questo si vuole condannare un sapere semplicemente nozionistico, che non lascia tracce, che è superficiale e pericoloso e si vuole attivare l'attenzione su una educazione morale e spirituale che deve diventare strumento di crescita e di apertura agli altri.
La sapienza degli alunni ricolma di gioia e di soddisfazione il maestro, che si vede premiato nelle sue intuizioni nelle sue deduzioni e nelle sue aspettative.
 

La scuola dovrebbe inculcare nei ragazzi la passione per lo studio e per la ricerca così che ogni conoscenza appaia come una conquista personale, approfondita in autonomia, esigenza della mente e del cuore, fame che richiede di essere saziata, sete che non si esaurisce.
Con questo si vuole condannare un sapere semplicemente nozionistico, che n
foto noè

 




Foto VIel

 

 

Il ruolo dell’insegnante

Tenere a freno la parola non è sempre facile, soprattutto quando uno si sente appagato da quanto dice, quando le proprie capacità oratorie lo soddisfano e lo gratificano. Eppure il silenzio è prezioso: le parole vanno misurate, non devono riempire ogni momento della lezione e il vuoto di parole non deve far paura, ma deve essere una scelta consapevole per consentire agli studenti di misurarsi con le informazioni ricevute, assimilandole.

 

Il ruolo dell’insegnante

L’insegnante deve scoprire come valorizzare i moduli di apprendimento di ciascuno, stimolando, ordinando, proponendo nuovi obiettivi, apprezzando e incoraggiando gli sforzi di ciascuno, suggerendo, incalzando senza sosta senza apparire impositivo o autoritario.



Foto Milena


                                                                                               

"Se un bambino è educato dalla propria famiglia con pazienza e tenacia, con perseveranza e affetto, gli risulterà molto più facile accettare le regole che inevitabilmente regolano la vita scolastica e la convivenza con gli altri".

Insegnando  l’amore, la comprensione, il rispetto degli altri, si ama. Chi ama riesce a trasmettere a sua volta l’amore verso gli altri; così chi ama la sapienza, riesce a rendere sapienti gli altri e a comunicare la gioia di questa trasmissione.
L’amore come la sapienza, non deve mai rimanere fine a se stesso, ma deve essere fecondo, generare, aiutare a crescere.

Chi è il maestro?
“Il maestro è quello che fa emergere le potenzialità di ogni bambino attraverso un lavoro effettuato su se stesso, un autoesame continuo e instancabile che suggerisce gli strumenti educativi più adeguati a ogni studente e a ogni situazione”

Miriam Cimnaghi.