Vivere Belluno

Potremmo tradurre il tema come la ricerca delle azioni più opportune perché il nostro comune possa fruire di quel vantaggio competitivo per chi lo abita, per chi in esso vi commercia o intraprende nell’artigianato che ha permesso, nel tempo, a Belluno di diventare una città e città capoluogo di provincia.
Una prospettiva di crescita che pone peraltro molte e complesse questioni, la prima e più importante è perché e per chi crescere.
Noi di quaderni bellunesi, siamo convinti che la città di Belluno trovi il senso del suo essere città capoluogo dalla montagna, da tutta la montagna bellunese ed è alla gente che abita questi spazi cui dobbiamo l’impegno di crescere per offrire loro tutte le opportunità possibili.
Questa scelta impone, peraltro, un’altra discriminante culturale e politica su come ci si pone di fronte alla montagna.
C’è chi è affascinato dalle terre alte e si commuove di fronte allo splendore delle dolomiti.... e ne ha fatto il patrimonio dell’umanità.
Ma c’è chi, e noi tra questi, percorrendo le terre alte, resta affascinato dalla sublime e pura bellezza del paesaggio che la gente di montagna ha saputo plasmare.
Senza la gente, per noi, le Dolomiti sarebbero solo un orrido; forse bello, ma come può essere bello il deserto. Per questo sosteniamo che le Dolomiti debbano restare, prima di tutto, patrimonio della gente che le abita, cui siamo debitori perché solo per loro e con loro possiamo dire di abitare il posto più vicino al paradiso. 
Un debito che possiamo onorare crescendo.
Crescere, ma non comunque. Vorremo una crescita che contrasti nettamente con i progetti decadenti e asfittici, frutto di un malcelato disprezzo verso la gente di montagna" di chi ha sostenuto e ottenuto nello statuto della Regione Veneto la "specificità della montagna" : una somma parole dal lessico sgradevole che testimonia solo la meridionalizzazione della cultura della nostra classe politica.
Crescere significa porre mano alle nostre capacità, alla nostra intelligenza, l’intelligenza e le capacità dei veri montanari alla stregua dei maestri dell’occhiale che furono in Cadore, e dei tanti maestri di cultura che nell’800 offrirono al Veneto e all’Italia un contributo eccezionale nei campo dell’arte pittorica, crescere come ha saputo, pur tra mille contraddizione, crescere il Veneto.
Il senso che abbiamo posto come genesi di Belluno città capoluogo ci impone un’altra scelta: la città deve primariamente crescere nel suo centro storico.
In questo senso ci sembra un tradimento quello che si stanno preparando a fare L’ASCOM, la struttura dei commercianti bellunesi, con quella degli artigiani, se sono vere le voci che vogliono queste due associazioni indirizzate a spostare fuori dal centro storico i loro uffici.
Un tradimento di cui sarebbe complice l’amministrazione comunale se non fosse in grado di offrire alternative possibili e vantaggiose; come fu tradimento quello della amministrazioni precedenti che permisero senza alcuna contropartita la costruzione di centri commerciali fuori dalle mura cittadine.

Le pagine di quaderni
Cultura  
Chiesa
Laboratori
Narrativa
Politica
Salute
Solidarietà
Storia
Documenti
Appuntamenti