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La massima
espressione della pastorale familiare
deve trovare spazio nel rito domenicale della Messa
Abbiamo assistito ad una splendida
lezione di don Renzo Bonetti sulla pastorale familiare.
Fummo là a col Cumano ad ascoltarlo giovedì 8 febbraio.
Ci aspettavamo, per la verità, i “DICO” ma non fu
così.
Don Renzò glissò l'argomento.
Il tema che gli era stato assegnato verteva, d'altronde, su ”la
preparazione al matrimonio” ed egli lo trattò magistralmente
evidenziandone dapprima le solide basi teologiche per poi presentare
alcune esperienze in atto.
Sulla scia tracciata da questa lezione, che è stata la sintesi di un
trattato che stesso Renzo Bonetti pubblicherà a breve, permettendoci
così un approfondimento più consono al suo pensiero quando il libro
approderà in libreria, proponiamo alcune riflessione maturate nel
Circolo Antonio della Lucia e qualche proposta che sappiamo essere in
consonanza con lo stesso don Renzo Bonetti.
La messa come
devozione individuale
La riflessione nella quale vorremo coinvolgere anche i nostri lettori è
la liturgia festiva domenicale che almeno per noi, ma crediamo non solo,
è diventata insipida nella sua riduzione a devozione individuale, con
il rischio che questo faccia il gioco di chi vuole
"privatizzare la fede, riducendola a fatto intimo, a sentimento
quasi segreto"(Langone).
Cosa le manca?
Secondo noi, anche quando è celebrata in modo consono, le manca la
famiglia: soggetti o spettatori della celebrazione siamo sempre da soli.
Si faccia caso all'offertorio, alle preghiere dei fedeli, al momento
dell'eucaristia, alle omelie ...
La famiglia, evidentemente, non è stata
ancorata ad un fondamento teologico che la facesse diventare componente
essenziale della celebrazione liturgica domenicale.
Se la comunità non è celebrata
fenisce per perdere il senso del suo essere fondamento della società,
ma parimenti non può invocarsi la famiglia come chiesa domestica. Celebrare
almeno gli anniversari
Sarebbe un fatto mediatico,quindi pastorale, la celebrazione degli anniversari
di matrimonio.
Celebrare l'anniversario per tante coppie contemporaneamente ogni
domenica sarebbe un guadagno per il rito, ma soprattutto per l'efficacia
pastorale: una comunità che accoglie gli sposi e gli amici degli sposi
in festa ogni domenica sarà sempre una comunità viva e in crescita.
Sarebbe un nuovo e promettente inizio il ritorno dell'attività pastorale nelle mani del
parroco e dei suoi collaboratori, chiamati a preparare ed organizzare
ogni domenica un avvenimento che coinvolge famiglie e figli.
Un compito immenso.
Noè Zanette
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Belluno,11.03.2007
info@quadernibellunesi.it
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