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Quaresima a Cortina D'Ampezzo - Belluno
Itinerario quaresimale proposto dal Decano Don Davide Fiocco
Un diavolo moderno
1a domenica di Quaresima – 21 febbraio 2010
M

 

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Non metterai alla prova
Il signore tuo Dio

Questa pagina del vangelo ci è ben nota: nelle tre versioni di Matteo, Marco e Luca, ritorna ogni anno nella prima domenica di Quaresima.
Già… "quaresima" deriva da "quadragesima", quaranta: numero che collega il racconto evangelico ai quarant’anni passati dal popolo nel deserto dopo l’esodo. 
Ma i tre evangelisti sapevano che il popolo di Israele, nel deserto, dopo il passaggio del mar Rosso, aveva attraversato tre momenti di crisi: l’urlo della fame, al quale Dio rispose con la manna; la tentazione di Massa e Meriba («Dio è con noi, sì o no?»), alla quale Dio rispose con l’acqua sgorgata dalla roccia; e infine la tentazione più grave, quando il popolo si piegò ad adorare il vitello d’oro.
Sulla falsariga di quei 40 anni perduti nella notte dei tempi, dopo il suo passaggio nel fiume Giordano per il battesimo, Gesù – «pieno di Spirito Santo» – si inoltrò nel deserto e vi stette quaranta giorni. Fu tentato dalla fame, e la vinse. Provò la tentazione dell’idolatria («se ti prostrerai davanti a me…»), e la vinse. Ebbe voglia di tentare Dio, e vinse: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Vinse, dove il popolo era stato sconfitto.

Diavolo. Colui che divide.
Bello e suadente


Vorrei portarvi a guardare con attenzione il tentatore, che Luca – lungi da uno stile politically correct – chiama "diavolo", colui che divide.
Consumato pittore, Luca dipinge con tre pennellate che lo rendono in realtà avvenente: il diavolo non è quel brutto e deforme essere ritratto nella chiesetta di Verocai.
È bello, suadente… sa ammaliare e convincere… Nel 1993 Franco Battiato, nel brano "Lode all’Inviolato", cantava: «…lo sapeva bene Paganini che il diavolo è mancino e subdolo e suona il violino…». Non la grancassa o il timpano… ma il violino di Paganini!
Guardiamo con attenzione le tentazioni: tre citazioni della sacra Scrittura, tre testi sacri ingaggiati dal diavolo come trabocchetto teologico teso addirittura a Gesù. Vi sembra scandaloso? Ma è sempre così. Anche ai nostri giorni il diavolo usa questi sistemi per inchiodare la fede dei semplici: usa argomentazioni particolari della fede per ingannare, dettagli della Scrittura per imbrogliare, sedurre, avvinghiare.
Ho annotato tre esempi, che forse graffieranno qualcuno, ma da cui – in piena responsabilità del mio ruolo e della mia retta coscienza – sento di non potermi esimere.

Il Crocifisso, due braccia 
aperte per accogliere tutti

Recentemente hanno fatto rumore alcune polemiche sui simboli religiosi, in primis la questione del crocifisso, con la "c" minuscola. Una questione che purtroppo ha assunto risvolti soltanto politici. Sinceramente, proverei anch’io profonda tristezza nel veder scomparire quel segno dalle aule scolastiche e forensi, dalle valli e dalle cime delle montagne. Ma chiediamoci: la Persona rappresentata, il Crocifisso con la "C" maiuscola, gode forse di queste crociate, in cui quel patibolo, dove lui ha steso le braccia, diventa una bandiera che divide, una barricata che ferisce, una simbolo issato contro uomini per i quali lui è morto? 
Non dubito della buona fede di chi fa propria questa istanza… Chiediamoci se questo è l’uso di quel simbolo di amore, sbattuto in faccia come segno di identità!

Una malizia diabolica

  Secondo esempio: faccio riferimento a una sofferenza occorsa a un mio collega. Un prete che conosco capace di spendersi fino in fondo per le persone: soprattutto per quelle che incassano il fallimento della vita, separazioni coniugali in primis. I benpensanti li segnano a dito, ma in quel prete essi hanno incontrato il cuore di una Chiesa madre. Però i benpensanti lo accusano, lo denigrano e scrivono in curia: è troppo attento a quella gentaglia, non veste la talare, non canta in latino, dà spazio in chiesa ai divorziati… 
Aspetti e dettagli (forse anche importanti) della morale o norme canoniche diventano questioni di principio che dividono la comunità!
 È la stessa malizia di Satana, che usa la Scrittura per incastrare Gesù. 
Forse che ai suddetti benpensanti interessa la morale? No, interessa solo infangare quel prete… E questa è una malizia diabolica!

Più forte del diavolo è il Maestro,
cui solo è dovuta la lode

Infine, un esempio sul fronte "opposto"… Coppia di coniugi: lui è ateo e impenitente anticlericale, lei è credente… Il loro rapporto si è logorato, per motivi che qui non occorre indagare. 
E osservo: lui sempre approfitta dei soliti scandali giornalistici sulla Chiesa per offendere la moglie e tutti coloro che credono: le rammenta la solita solfa degli ori del Vaticano, dei preti pedofili, la secolare storia delle infedeltà della Chiesa al suo Maestro. Alla povera moglie restano poche chance per ricordare che della stessa Chiesa sono parte san Francesco, madre Teresa di Calcutta, don Benzi, don Puglisi… E così alcuni episodi di infedeltà (percentualmente minoritari) diventano – per lui come, in fondo, per il diavolo di oggi – un’arma per mettere alle corde la moglie e la sua fede schietta.
Sono solo esempi… e forse un po’ caustici. Ma son convinto che dobbiamo guardarci da ogni uso ideologico di alcuni passi della Bibbia, del Credo, delle norme canoniche. 
Ma, in ogni caso – per citare ancora una volta la bella canzone di prima: «le nuvole non possono annientare il Sole». Più forte del diavolo è il Maestro, cui solo è dovuta la lode!


Brustolon
Foto Zito Roberto
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Brustolon
Foto Zito Roberto
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Cartsten Peter Thiede
Jesus. La fede. I fatti
Edizione Messaggero 
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Josef Cordes
Perché sacerdote
San Paolo Editore

 

 


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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"