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La salute in montagna
Dalla chiusura di ospedali ad un Welfare insufficiente
Proviamo a mettere in primo piano la dignità di ogni uomo e un po' di amore  

 

Altri Articoli

2°lettera aperta
al Direttore generale
ULSS n.1


La salute in montagna2


Misfatti e Banalità
Sulla pelle dei cittadini

Ho paura.
La questione
dei piccoli
ospedali

I medici di famiglia

La salute in montagna

La sanità
nel Veneto

Feltre -Belluno
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Il piano nazionale

Lettera aperta
Al direttore Generale
ULSS Belluno

Un manifesto
 "per il coraggio di vivere e di far vivere"

Gli articoli di Salute

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Nota per l'assessore del comune di Belluno dott. Angelo Paganin

Mentre irrompe la notizia delle difficoltà finanziarie  della Regione Veneto che potrebbe contrarre gli stanziamenti a favore del Welfare e quindi ridurre i  livelli essenziali di assistenza nel settore sanitario nella nostra provincia, la stessa regione  fa filtrare un'ipotesi di lavoro per i sindaci dell'ULSS n.1: chiudere due  ospedali minori  e aprire il cantiere per un nuovo grande ospedale (a Sedico?).  
Le due notizie non sono, in realtà, in contraddizione se si mette a tema la gestione economica della struttura sanitaria della provincia con due U.L.S.S. e sette ospedali pur variamente definiti. 
In provincia  per la salute dei cittadini si spende molto con risultati non sempre adeguati e livelli di professionalità di medici e infermieri che  molto difficilmente potranno essere mantenuti. 
Quaderni ha affronto l'argomento più volte denunciando l'ipocrisia dei nostri politici che confondono artatamente  il bisogno di salute dei cittadini con i livelli occupazionali negli ospedali e con il  potere che da  loro  la presenza di due U.L.S.S. in una provincia di 200.000 abitanti e soprattutto perché si avvalgono dello slogan "la specificità della montagna" per togliere risorse a chi in montagna vive realmente.

A noi interessa la gente di montagna


Quaderni sostiene da sempre che il tema della salute della gente che abita la montagna dovrebbe  essere affrontato guardando al loro vissuto quotidiano:
1° la sicurezza di vita: il montanaro deve sapere, quando non ha  problemi di salute, di avere un sicuro punto di riferimento  se la necessità dovesse irrompere.
2° La presenza in loco di adeguati  strumenti che aiutino la prevenzione:strutture per  le analisi diagnostiche, struttura infermieristica comunale, professionalità mediche  e strumentazioni per la messa in sicurezza a seguito  eventi improvvisi che colpiscano la persona.
3° la possibilità di individuare e di essere accompagnato nella struttura a più alta eccellenza, ovunque dislocata, quando la malattia dovesse irrompere in modo grave.
La strategia da perseguire, quindi, non andrebbe cercata in modo generico (per la gente), ma con prefigurazioni concrete: il cittadino di Livinallongo o di Costalta.....dove i tre punti accennati dovrebbero essere garantiti almeno in ogni comune.
Le soluzioni alla classe politica che andrebbe, a parere di Quaderni, fuori tema se pensasse solo ad Ospedali e non anche ad una profonda ristrutturazione del ruolo del medico di famiglia cui dovrebbe essere garantito il massimo vantaggio competitivo per attirare le professionalità più elevate in montagna. 
In fondo gli ospedali legati al territorio rispondono solo  a strategie politico-economiche. 
Per il cittadino consapevole e malato serve solo l'eccellenza che si spende su 4 livelli: medici,corpo infermieristico, strutture diagnostiche, un parco utenti di necessaria grandezza. 

Cristina Zanette 
Circolo Antonio della Lucia
Belluno 26 dicembre 2009

info@campedel.it  

 

 


Belluno Ospedale Civile
Un parco utenti decisamente piccolo per pensare ad una struttura di eccellenza


Tutte le analisi di laboratorio
Andrebbero fatte dai medici di famiglia



OLtre l'emergenza.
Nella quotidianità di cosa abbisognano gli anziani in montagna?



La neve deve essere un vantaggio competitivo, non una minaccia alla salute. Per questo,ma non solo, i medici di famiglia devono raggiungere mete di altissima professionalità


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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"