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I mutui sub-prime
 Storia di un imbroglio colossale 
di Silvano  Tormen .

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L'origine 
della Crisi economica globale

Poiché ogni crisi viene ricordata per una motivazione che prevale sull’insieme di fattori che l’hanno causata, la crisi attuale verrà citata come crisi dei mutui sub-prime, ossia  – mutui spazzatura, e vedremo il perché.
Nell’agosto del 2007, quindi poco più di un anno fa, si iniziò a parlare di crisi dei mutui sub-prime americani, che destavano qualche preoccupazione.
Come è noto, l’operazione di mutuo consiste nel finanziare, da parte generalmente di una banca, l’acquisto di un bene immobile, che viene dato in garanzia, per una quota che dovrebbe variare dal 30 al 60% del valore dell’immobile stesso, con durata di 15-20-30 anni. 
Tale prestito viene concesso a persone che siano in grado, documentandolo, di pagare le rate, che dovrebbero, per buona prudenza, non superare il 30% del reddito percepito. Per cui per esempio se il reddito complessivo è di 2000 euro, la rata non dovrebbe eccedere i 600 euro.

Le colpe di Clinton e poi di Bush

Vi ho premesso questo, per spiegarvi in realtà cos’è avvenuto, prima in America e poi anche in Europa, per effetto della combinazione di due comportamenti sicuramente sbagliati: Governo da un lato e Banche dall’altro. Infatti sin dal 1999, i Governi Clinton inizialmente e Bush poi, al fine di ottenere consensi, hanno promosso una politica di "Populismo Economico", ossia "“a casa per tutti", che di per sé sarebbe un’azione encomiabile.
 Bisogna però vedere se ciò è un regalo dei Governi o se invece ci si accorda con le Banche, o meglio con l’avidità delle Banche, affinché le stesse concedano a tutti coloro che lo chiedono, un mutuo per il valore totale dell’abitazione acquistata, a prescindere dalla possibilità del richiedente di rimborsare il prestito.
 I sub-prime sono prestiti immobiliari statunitensi, cioè mutui, concessi a soggetti a rischio, come un debitore che è stato insolvente o che non da alcuna documentazione circa i suoi redditi o il suo patrimonio. 
L’assunzione di tali rischi da parte delle Banche di non essere rimborsate, veniva compensata con il pagamento di tassi d’interesse sensibilmente più alti.
 Detto così, sembra una pazzia! Ma vi assicuro che in realtà è quello che è avvenuto e pertanto tali mutui sono stati definiti "mutui spazzatura".
Quindi, forte richiesta di beni immobili, con aumento dei prezzi, finanziamenti al 100% del valore degli immobili da parte delle Banche ai richiedenti ai quali veniva solo chiesto, non avendo molto spesso un lavoro stabile, il pagamento di tassi più elevati.

Nessun rischio per le banche
Parola di Banchiere 

 Che rischio correva la banca, nell’ipotesi in cui tali mutuatari si fossero resi insolventi? Nulla, secondo gli alti dirigenti, che percepivano bonus ultra milionari, in quanto la Banca era garantita con l’ipoteca su un bene immobiliare che continuava a crescere di valore. Com’è evidente, il problema veniva solo rimandato, perché in realtà, così facendo, si creava un mercato insostenibile come valore degli immobili e di conseguenza un credito non rimborsabile da parte di coloro che avevano sottoscritto il mutuo, allorquando le condizioni iniziali fossero variate, per effetto ad esempio dell’aumento dei tassi ed in capienza di garanzia ipotecaria.
Tutto andò bene dal 1999 fino al 2004 circa, fin tanto che l’inflazione americana ed i tassi ordinari rimasero bassi, ma nel 2005 sia l’inflazione sia i tassi hanno cominciato ad aumentare e in poco tempo si è passati da un tasso dell’1% al tasso del 5,25%.
Ciò ha provocato un raffreddamento nei valori immobiliari, con minori acquisti, e i mutuati, ossia i clienti delle banche, abituati a pagare rate esigue, per effetto dei tassi bassi, si sono trovati impossibilitati ad onorare gli impegni.
 La vendita degli immobili, unico modo per estinguere il debito, per effetto del calo del loro valore, non poteva coprire il residuo mutuo.

Il castello di carta


 Il castello di carta ha cominciato a scricchiolare, le Banche hanno iniziato a verificare quanta carta straccia, in termini di crediti inesigibili, avevano in portafoglio, ossia in bilancio. Ha così iniziato a diffondersi la paura che il sistema bancario americano e non solo, ma anche europeo, avesse parecchi miliardi di crediti inesigibili e abbiamo assistito alle prime code agli sportelli bancari, poco più di un anno fa, nella nobilissima capitale inglese, Londra, simbolo della finanza mondiale, ove la gente educatamente in fila giorno e notte desiderava ritirare ogni risparmio. 
Ricordate tutti le immagini, trasmesse anche dalla nostra televisione, e ritengo che quantomeno abbiano generato in tutti noi un senso di smarrimento e di paura. La prima banca colpita dal “virus” era la Northern Rock, che fu in seguito nazionalizzata dal Governo, per evitarne il fallimento ed il propagarsi del panico.

 


I segreti dell'Uomo più ricco
del mondo di Janjigian

Etas


La trappola 
di Abbate e Mangiaterra
Piemme

Fallisce la 4° banca americana

 L’intervento tardivo statale, che inizialmente, come tutti i Governi, aveva sottovalutato la gravità della perdita di fiducia da parte dei risparmiatori nei confronti del sistema bancario, ha prodotto uno stato generale mondiale di paura, che ha avuto il suo culmine in America, con il fallimento della quarta Banca Americana: la Lehman Brothers il 15 settembre 2008. La quale con i suoi 7 miliardi di dollari di passivo, ha creato danni ai risparmiatori di tutto il mondo. Ma viene spontaneo chiedersi, ma di chi è la colpa di tutto ciò. Possiamo dire solo dell’avidità dell’uomo? Non sicuramente anche se è comunque la causa principale. Come abbiamo già detto la causa di quanto stiamo assistendo è dovuta non al “liberismo sfrenato” in atto in America, ma la causa principale è stata un sistema di controlli invadente e confuso.

Totale assenza di Controlli
 
E mi spiego meglio. Se le banche americane hanno potuto fare quello che hanno fatto in termini finanziari, molto lo si deve alle autorità di controllo che in America nel campo specifico si contano ben 10 le quali spesso in conflitto fra di loro hanno la supervisione dei diversi segmenti del mercato e spesso complicano la vita agli operatori intermediari per controlli formali, senza cogliere i problemi e rischi cui sono esposti i mercati. 
Senza una visione unitaria del sistema ogni autorità presidia il perimetro delle proprie competenze con un approccio volto a sanzionare con severità le violazioni formali delle norme. Non mancano le verifiche parziali, mancano completamente e sono mancati quei momenti di dialogo fra autorità ed intermediari che sono essenziali per comprendere le evoluzioni dei mercati, identificare i nuovi fattori di rischio e ragionare sulle possibili misure correttive. Questo è certamente mancato e questo ha permesso alle banche di costruire il castello di carta, sempre e solo comunque – non dimentichiamolo con il concorso personale dei manager bancari che venivano pagati per i risultati o affari che producevano e quindi per la loro avidità

Silvano Tormen
12-12-2008


L'autore.
Promotore finanziario
Laurea in scienze sociali indirizzo economico
Abilitato Docenza in discipline economico-finanziarie


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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"