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 Una scelta politica sull'onda nostalgica della storia
A Cortina si propone un referendum per approdare a Bolzano  
 L'idea della "diaspora ladina" usata come manganello

La doppia faccia di ogni referendum: democrazia e a volte sopraffazione
.

 

 

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.

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Una classe politica inadeguata
facciamo nomi e cognomi

In provincia dilagano le richieste di referendum trascinate dal caso Lamon di cui già si è interessato 
"Quaderni Bellunesi"  
  Si sprecano i referendum per passare a quell'Eldorado chiamato " Bolzano" che abbaglia  quasi tutti i comuni  confinanti.
E' conseguenza chiara ed inequivocabile  della incapacità della nostra classe politica di rappresentare gli interessi della provincia. 
Incapacità di proposta e mancanza totale di autorevolezza.
Per essere chiari quando parliamo di classe politica intendiamo dire Oscar de Bona, Reolon , Guido Trento, i sindaci che in questi ultimi 20 anni hanno governato il comune di Belluno, Fistarol in testa, i presidenti delle comunità montate, i sindaci di quei comuni protesi a far il salto verso Bolzano.
Volutamente non abbiamo messo in questo magnifico mazzo di capitani di lungo corso, le responsabilità 
di Floriano Pra, Maurizio Paniz,e Giampaolo Bottacin.
Vedremo e vedranno.
A tutti, comunque,ma non a Bottacin, dobbiamo dire di aver mancato al preciso dovere istituzionale di 
 rendere edotta la popolazione, fino all'ultimo cittadino, di come il Bellunese sia figlio di un dio minore, di come il divario tra quanto riceve dallo stato il cittadino di Bolzano rispetto  a quello   Bellunese  sia scandaloso, di come 2600 euro annui pro capite, rispetto a 9700, siano frutto di uno stato che ha fatto del ladrocinio verso i poveri il criterio della propria condotta.
Perchè queste cifre, che pur da anni "Quaderni" denuncia, non sono esposte in ogni angolo della nostra provincia?  
Questo nascondimento manifesta  solo la coda di paglia dei nostri politici, manifestata vieppiù con l'arrivo a Belluno di Enrico Letta per la chiusura della campagna elettorale del Centro Sinistra.
Sergio Reolon e Guido Trento lo hanno invitato senza avere uno straccio di proposta seria e percorribile da avanzare, costringendolo così ad una proposta improvvisata ed indecente.
Cortina reagisce come Lamon
Intanto anche Cortina si sta allenando per il grande balzo verso Bolzano con presupposti teorici che fanno però rabbrividire.
L'unione con Bolzano è chiesto  in forza di  un'antica  storia asburgica:
 possiamo gridare sui tetti che le scelte politiche non possono essere fatte sull’onda delle nostalgie della storia passata?
 Lo gridiamo noi di "Quaderni" che a lungo abbiamo protestato contro quel presidente  che non ha inteso scrivere, nello statuto della provincia,  che Cortina era (ed è) il punto di forza di questa nostra terra  a vocazione turistica!
Ragioni storiche inconsistenti e culturalmente sbagliate
Del resto il periodo asburgico  scelto ideologicamente e intonato a uno sterile rimpianto non  tiene conto della condizione di minorità in cui versava la valle di Ampezzo all’interno dell’antico Tirolo (li chiamavano con spregio “Walisch”) e della posizione di ponte verso l’area veneta che comunque ha sempre avuto, mantenuto e difeso.
I secessionisti decantano i 500 anni di felice dominazione asburgica quando in  realtà furono 407 (1511-1918, con parecchie parentesi) e dimenticano che in questi  Ampezzo ebbe il privilegio di mantenere gli statuti regolieri ereditati dal Cadore, restando a lungo come unica comunità a mantenerli: significativo paradosso della storia!
Inoltre fino al 1751 Ampezzo rimase ecclesiasticamente con Aquileia e poi con Gorizia e quindi con Lubiana fino al 1789, quando passò con Bressanone.
 Quindi in questi 407 anni non è tutto “asburgico” quello che luccica!
Una retorica nazionalista fuori del tempo e pericolosa
Desta ancor più preoccupazione  la retorica che chiama a raccolta la “diaspora ladina” con un linguaggio dal sapore tutto  ideologico, tant’è che il cortinese  si capisce meglio con un cadorino che con un gardenese o un badiotto.
Questa stessa retorica, poi, urta o offende chi, venuto da fuori, ormai è cittadino a tutti gli effetti di Ampezzo e magari da anni si impegna con passione per la crescita di questo paese.
Questa retorica nasconde un sentimento xenofobo verso i “foresti” , attualmente maggioritari nel tessuto di Cortina. 
E val la pena di chiedersi: una volta ricongiunta la diaspora ladina, questi “foresti” saranno minoritari e potranno chiedere tutela? 
È l’aspetto che più fa paura, perché in fondo ha radici ideologiche razziali: quando si invoca il ricongiungimento “con i fratelli ladini” oltre il confine, senza vedere più le ragioni dei fratelli che ti stanno accanto, si arriva al nazionalismo!
 Speravamo davvero che frasi come queste potessero restar relegate in ingloriosi decenni del secolo scorso!
Le risentiamo, tra l'altro, da chi non sa o non ne tiene conto, e sarebbe ancor più grave,
che il trattato De Gasperi-Grüber esclude dai noti privilegi eventuali nuovi territori che dovessero aggregarsi alle due Province autonome.

info@quadernibellunesi.it    


Comune di Lamon


Oscar De Bona
Presidente per tanti anni della Provincia di Belluno.  
Se ha lasciato un'eredità
 non è stata raccolta 


Guido Trento
Un attivismo sfrenato.
Mai una visione d'insieme credibile per la soluzione dei  problemi della provincia. 
Strenuo oppositore degli 
degli interessi del Veneto e di Belluno nella campagna referendaria
per la nuova costituzione


Sergio Reolon
Presidente della provincia.
Si ricordano inutili e continue battaglie politiche 
contro la Regione Veneto

Strenuo oppositore degli 
degli interessi del Veneto
 e di Belluno
 nella campagna referendaria
per la nuova costituzione


Maurizio Fistarol
già sindaco di Belluno.

Strenuo oppositore degli 
degli interessi del Veneto 
e di Belluno
 nella campagna referendaria
per la nuova costituzione


Cortina D'ampezzo
Le colpe ( gravi della classe politica bellunese) non giustificano la scelta di passare con Bolzano.
Neppure dal punto di vista economico.


Giampaolo Bottacin.
Come Maurizio Paniz, il consigliere regionale della Lega
 ha semplicemente capito che "l'autonomia" della Provincia, se vuole essere vera, deve basarsi  su risorse proprie 
e si rivendica per gestire una ricchezza già posseduta.
In sintesi se si ama il proprio territorio

 


QB 

Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"