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Quaresima a Cortina D'Ampezzo - Belluno
Itinerario quaresimale proposto dal Decano Don Davide Fiocco
Il peccato di Davide
3a domenica di Quaresima – 7 marzo 2010
M

 

 

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Le ceneri

 Don Aristide Fumagalli 
Convivenze e matrimonio 
(1°)

Don Aristide Fumagalli
Convivenze e matrimonio 
(2°)

 

Giornata della Vita
Lexio Magistralis
di Don Giorgio Lise

Don Davide Fiocco
Omelia di Natale
2009


Don Giorgio Lise
Omelia di Natale
2009

Don Giorgio Lise
Omelia Tutti i Santi


Eluana, un libro,il Concilio e i lefebvriani

Da Cresima a
"cresimificio"


Emergenza educativa nella Chiesa

Lettera aperta
al Vescovo
di Belluno Feltre
 

La messa domenicale è un evento

Parrocchia e frazioni comunali
La Messa 

Tanti preti santi
Ma non mancano i funzionari.

Un intervento di Alex Vascellari

La verità
della Chiesa
solo nell'Eucaristia

Teresa de Bortoli
L'insegnamento 
della Religione
Cattolica

In morte di Celeste
Bortoluzzi
.
L'omelia di Don
 Rinaldo Sommacal

Caso Welby 1
Requiem laico
Giuliano Ferrara


Caso Welby 2
I funerali
Di Giuliano Ferrara

Il Sinodo diocesano

Pastorale familiare
(1°)

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Togliti i sandali.
Il coraggio di cambiare


1- Questa pagina dell’Esodo è affascinante, mi prende sempre: quel roveto che non si consuma, l’ordine di togliersi i sandali, la rivelazione del sacro nome di Dio. Come Mosè vorrei osservare lo spettacolo di una fiamma che non si consuma. E come Mosè incontro un Dio che ha già osservato le sofferenze del suo popolo. È uno dei momenti più sublimi della storia sacra: Dio rivela il suo nome "Jhwh"; Dio si rivela come colui che osserva e tiene conto delle nostre sofferenze.

2 - Poi però arriviamo al vangelo. Restiamo ammutoliti per le parole di Gesù: non dispensa alcuna consolazione per i tragici avvenimenti che gli vengono raccontati. Nessuna compassione, nessun telegramma di solidarietà. Anzi, Gesù quasi anticipa le parole di Paolo: «ciò avvenne come esempio per noi». Mette a nudo il cuore dei suoi interlocutori; e mette a nudo anche il nostro cuore davanti all’enigma della sofferenza: «Credete che quei galilei fossero più peccatori...?... che i diciotto di Siloe fossero più colpevoli...?». Come se non bastasse, incalza con la parabola del fico sterile, ormai buono solo per ardere: «Taglialo! Non deve sfruttare il terreno». Perché queste rivelazioni così opposte?

3 - Per comprendere queste parole di Gesù, pungenti e inattese, ci lasciamo aiutare da Paolo, dalla seconda lettura: non bastò stare sotto la nube, non bastò aver attraversato il mare, non bastò bere l’acqua della roccia: «Furono tutti sterminati nel deserto». Sta parlando dell’esodo, del passaggio del mar Rosso, di vicende antiche di libri antichi, di un popolo del passato. Ma questa parola è proposta oggi, perché parli alla Chiesa di oggi, perché parli a questa nostra comunità cristiana.
E che cosa dice?

Convertire i buoni?
difficile

4. Siccome mi chiamo Davide, mi viene qui in mente il "peccato di Davide"; non quello di aver desiderato e posseduto la moglie di Uria l’Hittita: per quello ottenne il perdono di Dio. C’è un altro peccato di Davide, raccontato sul finire della sua vita, quando il re vecchio e potente volle fare il censimento nel suo regno. Dio si indignò e mandò la peste a decimare gli armati e i potenti sostenitori di quel regno glorioso. Scusate la franchezza: è lo stesso rischio che forse ha corso la Chiesa italiana negli ultimi decenni; è il rischio che corrono le nostre comunità cristiane; è il rischio che corre anche la nostra parrocchia. Perché i conti non tornano: non c’è neonato che non venga battezzato, i ragazzi che non ricevono la prima comunione e la cresima si contano sulle dita delle mani; i genitori ci tengono e, se il ragazzino è completamente disinteressato alla cresima, i genitori vanno in crisi: "si è sempre fatto così e tu la devi fare" (io sinceramente ho sentito più affetto per la coerenza di quel ragazzino). Ogni anno mandiamo in curia, e di lì a Roma, i dati per l’annuario statistico della Santa Sede: e quali numeri!
I politici poi ci confortano e mostrano interesse per la religione, imprescindibile per il quieto vivere. È la religione civile che gli "atei devoti" stigmatizzano in autorevoli saggi e articoli, perché sia segno di un’identità nazionale o paesana. Ma in tutti questi numeri, in tutta questa marcia trionfale, dov’è finito il Vangelo? Abbiamo sacramentalizzato l’Italia, l’abbiamo ritualizzata, l’abbiamo riempita di tradizioni che popolano i sagrati e un po’ meno le chiese. Ma la possiamo dire ancora evangelizzata? Guardiamoci attorno:Gesù dice: «a chi perdonerete i peccati saranno perdonati». Ma su questo passo del Vangelo, su questo sacramento i battezzati si sono fatti lo sconto e i saldi di fine stagione. Gesù dice di porgere l’altra guancia a chi ti percuote la destra. Ma l'assioma di vita è tutt’altro: mai zede!
Ed ecco che membri della stessa famiglia rimpinguano i tribunali di cause civili e scalano tutti gradini della giurisprudenza fino alla Cassazione. Meglio pagare gli avvocati che dividere l’eredità con il fratello! Quante persone, che stanno timidamente sulla soglia di chiesa, giorno dopo giorno ci sorpassano in una vita evangelica? È meglio correre avanti nel vivere il vangelo o correre sui primi banchi della chiesa?
Ascolto l’obiezione: "Una volta non era così… I tempi sono cambiati… In che mondo viviamo...". 

Il vangelo e una e una nuova evangelizzazoione

 

Cari miei, è così sterile rimpiangere i fasti di un cattolicesimo passato; ciò che conta veramente è vivere appieno il vangelo, soprattutto nelle pagine dove si parla di amore del prossimo, di rispetto degli altri, di un cuore più aperto e meno incattivito di quello che respiriamo in questi anni nella cattolicissima Italia o forse anche in questa Conca, cristiana da secoli ma ancora e sempre da evangelizzare.Che cosa farò? Prendo sul serio il buon Paolo che mi sussurra: «Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere». Non presumere di essere a posto: lasciati inquietare dal Vangelo, osa di più, vivilo di più. Lo dico a me, lo dico a ognuno, lo ribadisco per tutti, soprattutto a questa mia comunità parrocchiale.
Penso spesso, per dovere professionale, alla grandezza passata di tante Chiese e di tanti santi dell’Asia minore, dell’Africa proconsolare: non c’è più nulla… E mi chiedo: che ne sarà di queste terre?

Chi crede di stare in piedi, 
guardi di non cadere
».

 


Nwachukwu Fortunatus
Togliti i sandali
Il coraggio di cambiare
Edizioni Paoline

 

 


Bregantini Carlo Maria
Le 7 parole di Gesù in croce
Edizioni Messaggero

 

 

Benedetti XVI
Messaggio per la quaresima 2010
Vaticana editrice

 


Sigalini Domenico
Un cielo vicino
Edizioni AVE

 


Fausto casa/ED
I primi venerdi del mese e ora santa nella notte della passione
Edizioni Messaggero

 

Don Davide Fiocco
Domenica 7 marzo 2010

 

info@quadernibellunesi.it  

 

 

 


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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"