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  Forza Italia. Un'idea geniale. 
Ma più che un partito è ancora un  movimento.
Dedicato a chi non sa o ha altro da proporre

 


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Indice
di tutti gli articoli

 

 

 

Qualche caposaldo di un'idea politica 
sempre in bilico tra vittoria e sconfitta

Un partito non ideologico

Forza Italia ha avviato una svolta storica nel sistema politico italiano ponendosi come partito che riconosce e accoglie le grandi tradizioni culturali e politiche del sistema Italia, quella cattolica, quella socialista e quella liberale, che hanno fatto della “libertà della persona” il valore fondante della loro prospettiva politica.
Un partito,quindi, di persone libere in costante ricerca di ciò che tiene insieme una società, che si rifiutano di inseguire le contorsioni dell'individualismo moderno, che non esauriscono la loro azione politica nella logica “testimonianza profetica” dei valori in cui credono, ma sono capaci di guardare la realtà del contesto in cui sono chiamate ad agire e sono attente alle conseguenze concrete delle loro scelte.
Un partito, quindi, che si propone come non ideologico, sicuro nei suoi valori di fondo, ma aperto sulle prospettive sociali, economiche e politiche. Un partito, infine, forte e orgoglioso della propria identità occidentale e delle sue radici cristiane.

Un'azione maestosa con sconfitta finale

FI è il partito che ha voluto (con la Lega) la modifica della Costituzione, introducendovi federalismo e sussidiarietà che sono i valori fondanti della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, e insieme strumenti istituzionali necessari e indispensabili per modernizzare il paese. 
Il fatto che l'elettorato chiamato al referendum  per approvarla, l'abbia, invece, bocciata nulla toglie alla validità  del  progetto, anzi impone che siano messe in campo nuove energie per realizzarlo almeno nel Veneto e in Lombardia. 
FI è il partito che con  il ministro Moratti ha portato in porto una riforma della scuola  che, pur con i  limiti imposti  dalla contingenza politico-sindacale, non possiamo che definire maestosa: finalmente una  scuola come si dice plurale, una  scuola, cioè, concorrenziale e competitiva perché il servizio è offerto da più soggetti statali e/o privati. Una scuola che supera il centralismo burocratico, statale e ministeriale mettendo le autonomie scolastiche in competizione virtuosa tra loro. Al centro di questa scuola, finalmente la difesa del primato della persona, della famiglia e della società. 
Il governo Prodi ha bocciato la riforma Moratti senza neppure sperimentarla: una conferma della sua formidabile validità.

Un partito ancorato alla realtà 
produttiva del paese

FI, da subito, naturalmente si radica nella classe produttiva del paese, fatta di artigiani, di commercianti, di piccole e medie imprese con i loro dipendenti, di professionisti, insegnanti, di famiglie, che si sente definita dal fatto che ogni giorno è chiamata a cercare cose nuove per restare nel mercato, per aumentare la produttività, per combattere la concorrenza nazionale e internazionale, per dare consistenza sociale alla propria realtà familiare, per costruire una scuola che sia veicolo di di crescita per gli studenti e la società, per dare ai pensionati sicurezza di vita, per essere voce attiva e concreta dei più poveri. Una classe produttiva che fino all'avvento di FI era priva di rappresentanza politica, solo paga di vivere il lavoro come dimensione e responsabilità personale verso la famiglia e il Paese.
Assumendone la rappresentanza e chiamando quanti in essa si riconoscono all'azione politica, FI si è messa in naturale contrasto con i così detti poteri forti: la corporazione che vede insieme, di fatto, la grande industria, le grandi banche, il sindacato CGIL e i grandi giornali, costretti a stare insieme da un'economia alimentata dal debito...pagato da chi non è parte della "corporazione".

Un partito inconcluso

Si può ragionevolmente obiettare che non sono bastati dieci anni, almeno in provincia, per mettere le basi di un partito capace di pensare e agire nella logica dei capisaldi richiamati e della  rappresentanza sociale proclamata. 
Uomini di fede socialista e cattolica, di provata esperienza politica e amministrativa, pur alleati della CDL, non sembrano, ad esempio, avere particolare influenza in FI.
Di questo ed altro non ci scandalizziamo. Crediamo che gli uomini di FI della provincia siano consapevoli che gli obiettivi che dovevano raggiungere, assumendo la responsabilità della conduzione del partito, sono ancora lontani e maturino la convinzione di portarne almeno in parte la responsabilità. 


Luigi Sturzo:voleva un'Italia federale

Un proposta per FI 
(ma a valere per tutti i partiti)

Un partito che vuole crescere senza diventare un centro di interessi privati deve stabilire l'assoluta incompatibilità tra cariche di partito e cariche elettive istituzionali anche viste in prospettiva. Non sia permesso a nessuno di fruire di una carica nel partito per diventare consigliere comunale, sindaco o parlamentare.
Noè Zanette


QB 

Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"