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Un nuovo statuto per la  provincia di Belluno

 Lo storico patavino Tito Livio così ricostruisce gli avvenimenti: "E’ noto che Antenore raggiunse la più interna insenatura del mare Adriatico, accompagnato da una notevole massa di Veneti che, cacciati dalla Paflagonia a causa di una rivoluzione, cercavano una nuova terra e un nuovo capo, avendo perduto sotto le mura di Troia il loro re Pilemene; Veneti e Troiani, cacciati gli Euganei, che abitavano fra il mare e le Alpi, occuparono quelle regioni" (Storie, I, 1).
 Ci siamo dilungati su queste antiche testimonianze per sottolineare la comunanza di destino tra i nostri antichi progenitori e i Romani. 
Come ben dice lo storico Andrea Giardina   "sul piano etnico, i Veneti erano 
Identikit per un Sindaco

Il mondo politico bellunese e i mass media ormai da anni sono impegnati allo spasimo per rivendicare alla Regione Veneto uno statuto regionale  dove per la provincia di Belluno venga scritta la   parola magica specificità. 
Noi crediamo che questo impegno avrebbe ottenuto un diverso e più importante successo se fosse stato preceduto da un nuovo  statuto per la provincia di Belluno, capace  di esaltarne l'identità e la ricchezza umana e ambientale, ma anche l'unicità di vallate  e comprensori e la  diversità tra i paesi in quota e quelli della Val Belluna.
Ma non è mai troppo tardi.
Noi con Francesco Dematté cercheremo, in questo primo approccio, di porre di questo statuto le basi storiche

Foibe
Il Partito
tra rifiuto e
democrazia
Manifesto per L'ambiente
La mungitura
Un racconto di
Fucio Bortot
Un ricordo di Mons. Savio

Una premessa

Solidarietà 
con
Insieme si può

In uno Statuto che vuole porre le basi della civile convivenza delle genti bellunesi, non può non essere presente un accento, per quanto succinto, alla storia delle nostre popolazioni. E ad una storia che non si limiti agli avvenimenti recenti – quelli corrispondenti all’ultimo secolo, secolo e mezzo, per intenderci – ma ripercorra tutto il tragitto che ci ha portato a essere quel che siamo. Sino ad addentrarci il più profondamente possibile vicino alla fonte da cui abbiamo avuto origine. Convinti come siamo che logicamente e ontologicamente la sorgente abbia il primato sul corso d’acqua che da essa prende nascimento. 
I medici di famiglia
Ho paura.
La questione
dei piccoli ospedali
l’unica popolazione d’Italia alla quale i Romani riconobbero la discendenza troiana, quindi una consanguineità con loro, discendenti di Enea". Vedremo successivamente come l’intera storia del Veneto (e del territorio bellunese) si svolga sotto il segno di Roma.
La salute in
montagna

Ospedale e
Piano Sanitario
Nazionale

Nel territorio Bellunese

Belluno Paleoveneta

Nel territorio bellunese i Paleoveneti giunsero dalla pianura padana seguendo la valle del Piave. Ritrovamenti di oggetti della loro civiltà creatività, quali vasi, armille, fibule, anelli, collane, braccialetti, etc., si sono avute in varie località nei dintorni di Belluno, nella zona di Ponte nelle Alpi e in Alpago.
Belluno, la città splendente: mai definizione fu più azzeccata per questa nostra città quale la vediamo, all'alba di freddi inverni o al tramonto di limpidi autunni, stagliarsi netta sullo sfondo della Schiara. 
Così la contemplavano anche i nostri antenati venetici (o Paleoveneti), popolazione indoeuropea che la popolò circa 3000 anni fa. 
I Paleoveneti provenivano da Oriente – probabilmente dalla penisola anatolica – e giunsero nell’Italia nordorientale verso la fine del secondo millennio A. C. Poiché la loro trasmigrazione coincise con gli eventi che portarono, e caratterizzarono, la guerra di Troia, già nell’antichità poeti e scrittori presentarono gli antichi Veneti come alleati dei Troiani durante il lungo conflitto che oppose questi ultimi agli Achei
 Gli scrittori greci, a cominciare da Omero, li chiamano Enetoi. Nell’Iliade (II, 851-852) il Poeta li dice originari della Paflagonia, una regione dell’Asia Minore settentrionale: "Guidava i Paflagoni il forte cuore di Pilemene dalla terra degli Eneti dove nasce la razza delle mule selvagge 
E Virgilio nell’Eneide fa dire a Venere che "Antenore potè, sfuggito ai Greci, nell’illirico golfo penetrare e nei riposti regni dei Liburni; e superò la fonte del Timavo, donde, qual mar, per nove bocche sgorga con murmure profondo d’alto monte pei campi risonante dilagando. Qui alfin potè di Padova le mura porre e la teucra sede, e dare un nome alla sua gente, la troiana spada qui posando per sempre; sì che in pace ora riposa alfine" (Eneide, I 242-249) Antenore era, in effetti, un principe troiano, ma dopo la caduta di Ilio si trovò a condurre verso la nuova patria, oltre che numerose schiere di suoi compatrioti, anche i Veneti, costretti ad abbandonare la Paflagonia  e senza la guida del loro re Pilemene, caduto sotto le mura di Troia

La sanità nel Veneto

ULSS  Feltre e
Belluno
I numeri

 
 
 
 
 
 
 
  Ma è soprattutto a Mel, ove è stata scoperta tra il 1958 e il 1964 una necropoli risalente all’età del Ferro con una sessantina di tombe, e a Làgole, località nei pressi di Calalzo di Cadore, nella quale la venuta alla luce di numerosi ex voto fa di essa una stipe votiva (ripostiglio di ex voto, appunto) di eccezionale importanza, che la civiltà paleoveneta delle nostre vallate manifesta tutta il suo splendore e la sua armonia.In particolare, la suggestione dell’ambiente di Làgole ci porta a immaginare la rustica armonia dello scomparso santuario nel quale i nostri antenati onoravano con animo pio la divinità sanatrice Tribusiate/Trumusiate Sainate (cioè sanante), collegata alle caratteristiche curative delle acque solforose che allora, come oggi, sgorgavano all’ombra dei boschi. Ci piace credere che tale culto, che già in età romana vide una prima metamorfosi con l’apparizione, in luogo della dea venetica, del dio Apollo, sia alla base della pietas che caratterizza ancor oggi l’animus delle nostre popolazioni montanare, in particolare di quelle più umili.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Francesco Demattè

 
 

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Quaderni Bellunesi. Laboratorio di cultura e politica della provincia di Belluno

Realizzato con la collaborazione del Circolo Culturale "Antonio della Lucia"