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 Indice
        di tutti gli articoli |  | L'intervista
        prende spunto dal laboratorio "Montagna e Montagne" dove è
        forte la consapevolezza di come  le prospettive economiche e
        sociali della Val Belluna dipendano da quelle delle vallate in quota: l'Agordino, il
        Comelico, lo Zoldano,il Cadore e l'Ampezzano, il Comelico, l'Alpago e il
        Sovramontino. | 
    
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      |  | D.
        La nuova legge urbanistica regionale offre spazi
        per consolidare la realtà urbanistica-territoriale della Val Belluna? |  | 
    
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      |  | Paniz.   Non
        si tratta di una legge ad hoc per il nostro territorio, quindi non darà
        un contributo significativo.
 Al Bellunese servirebbe un impianto normativo
        specifico,
 che
        permetta anche interventi di agevole recupero dei nostri edifici
        rustici, che non penalizzi fiscalmente quei fabbricati che non hanno un
        valore economico peculiare ma sono indispensabili per mantenere viva la
        natura pulendo i prati e i boschi e che permetta un’edificazione sia
        pure controllata anche in aree a forte connotazione agricola negli
        strumenti urbanistici (penso ai pianori del Nevegal, alla Val Morel
        sopra Limana e a tutte le pendici della Val Belluna, tanto per fare
        qualche esempio): oggi si può coniugare bene il rispetto della natura
        con l’esigenza di assicurare la vivibilità in montagna.
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      |  | D.
        Un impianto normativo che potrebbe, in qualche modo,dunque, anticipare
        il "Progetto di Autonomia" della provincia |  | 
    
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      |  | Paniz.
         
        Molte
        volte ho detto e scritto che
 la vera soluzione ai problemi della nostra
        provincia è l’autonomia:
 autorevoli personaggi e studiosi la
        ritengono poco probabile, ma non la escludono.
 Io penso che ci si possa arrivare e che nella scorsa legislatura
        erano state messe ottime basi per il riconoscimento, sia con la plurime
        affermazioni fatte nelle varie leggi finanziarie che davano un peso
        specifico alla montagna bellunese sia, da ultimo, con l’ordine del
        giorno approvato dal Governo proprio per il riconoscimento
        dell’autonomia delle province di Belluno, Sondrio e Verbania.
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      |  |  | D. Ritorno
        alla domanda iniziale. Non
        si dovrebbe prendere atto che l'identità urbanistica, economica e
        sociale della Val Belluno è diversa, rispetto alle valli in quota?
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      |  |  | Paniz.No.
        La nostra provincia ha nel complesso una sua identità totale:
 così la
        identifica la storia e così abbiamo il dovere di mantenerla.
 Sono molto critico con chi ha l’onore di rappresentarla e
        contemporaneamente, penso per mere ragioni elettoralistiche, ne
        favorisce lo smembramento o la secessione.
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      |  | D.
        Quali sono i presupposti per incamminarsi
        realisticamente in questo percorso che potrebbe portare all'autonomia? |  | 
    
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      |  | Paniz.La
        differenza la fa il riconoscimento formale di una specifica identità
        del nostro territorio.
 Su questa strada si doveva mettere la “politica” e su questa strada
        ho cercato di mettermi nella scorsa legislatura, arrivando con
        soddisfazione ai risultati economici conquistati soprattutto con la
        premessa di una nostra peculiare identità: alludo al mantenimento dello
        sconto sui prodotti da riscaldamento 2002, 2003, 2004, 2005 e 2006, ai
        contributi di circa £ 1.500.000.000 alla Provincia di Belluno e di
        circa £ 3.500.000.000 al BIM per ogni anno dal 2003 in poi (tutti
        destinati ad opere varie in tanti comuni), all’emendamento alla legge
        finanziaria 2004 per il trasferimento diretto di ricavi da risorse
        idriche alla Provincia di Belluno per quasi € 6.000.000 ogni anno, al
        provvedimento della legge finanziaria 2006 che distribuisce in tutti i
        comuni del bellunese (e di altre province limitrofe) risorse sottratte
        al Trentino Alto Adige per 10 milioni di euro: sono state iniziative
        concrete che ho posto in essere per dimostrare dove la “politica” si
        doveva orientare.
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      |  |  | D. Si deve ,
        peraltro, almeno  sottolineare come Cortina abbia problemi diversi da Alleghe e
        Lamon e lo stesso Lamon da Arina, ma la "politica ne è
        consapevole? | 
    
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      |  |  | Paniz. Perfettamente
        consapevole.
 In effetti, poi ci sono le specifiche esigenze di ogni territorio,
        che vanno assecondate ma nell’ambito di un programma generale che
        abbia per l’intera provincia una visione unitaria.
 Ad esempio, Cortina o Alleghe possono aver bisogno di una
        circonvallazione, Lamon di mantenere e potenziare il suo ospedale, Arina
        di garantire il collegamento stradale che è ragione stessa della sua
        sopravvivenza, e così via.
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      |  |  | Cristina Zanette | 
  
  
    |  |  | infp@quadernibellunesi.it  | 
  
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