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Agordo  Chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente
Omelia di Mons. Giorgio Lise in occasione del suo ingresso 

24 ottobre 2009

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di Mons.Giorgio LIse
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Cari amici,

La parola di Dio ascoltata poco fa e il clima che stiamo vivendo in questa liturgia, ci parlano di servizio e di gioia. Bene: mi sono chiesto cosa può far felice un sacerdote, un pastore. Ed ho risposto: sarò felice se riuscirò a servire la vostra felicità. Con san Paolo, potrei dire che non voglio essere il padrone della vostra fede, ma il collaboratore della vostra gioia.
Tra voi, che siete ora la mia famiglia con cui percorrerò un altro tratto di strada della mia vita, vorrei essere un servo che non porta con sé un registro di cassa con la partita doppia del dare e dell’avere, ma piuttosto un servo che scrive sulla sabbia quello che dona e incide sulla pietra quello che riceve. Così potrò essere, con l’aiuto di Dio, vero artefice della mia e della vostra gioia.
Ma servi, in questo senso, possiamo e dobbiamo essere tutti: solo così infatti costruiremo una comunità che esprime relazioni gratuite, forti e durature, cementate dalla capacità di accettarsi e perdonarsi reciprocamente e quotidianamente. In questo impegno ricordiamoci che dovremo accettare anche noi di bere al calice della passione del Signore. Vivere insieme, nonostante i giorni radiosi che ci accompagneranno - io penso numerosi - non è mai una passeggiata romantica, ma una salita faticosa in montagna dove però ci aspetta una mèta che ci farà dimenticare ogni difficoltà e ogni paura.
Mi piacerebbe veder crescere una Comunità che non sta tanto a guardare e magari a complimentarsi per le attività che riesce a concretizzare o per le strutture che possiede – pure necessarie (penso soprattutto al Centro Pastorale in via di ultimazione) - ma si prende cura dell’umanità presente in questo territorio agordino: in particolare – senza dimenticare le altre età e condizioni sociali - dei giovani perché sono il nostro futuro,  delle loro domande, della loro sete di Dio cercato magari in posti sbagliati, della loro voglia di stare insieme, di associarsi per un cammino morale e spirituale che li renda più coraggiosi e meno indifesi, più protagonisti e meno spettatori.
Mi piacerebbe vivere dentro una comunità preoccupata,  soprattutto, di incontrare e far incontrare quel Gesù che motiva ogni nostra fatica, ogni tempo che dedichiamo agli altri. Quel Gesù che ci consegna sempre delle buone ragioni per vivere: sappiamo bene che le ragioni di vita non le troviamo sui libri, in biblioteca o su internet, le dobbiamo sempre costruire, cercare, invocare. Dobbiamo prendere in mano ogni giorno la nostra vita, magari a volte vuota, e farcela invadere, riempire da Lui. L’unico che conosce veramente cosa c’è nel cuore dell’uomo!
Mi piacerebbe vedere una comunità che viene amata dai suoi membri senza condizioni, non importa se ha qualche ruga di troppo, perché – alla fin fine – siamo noi che gliela abbiamo causata, come le rughe che i figli fanno crescere sul volto della propria madre.
Mi piacerebbe infine che in questa comunità le grandi ricchezze e varietà di doni esistenti trovassero modo di esprimersi compiutamente ed armonicamente, per il bene di tutti.
Insieme possiamo farcela, se ciascuno si sentirà  evangelicamente "custode" del suo fratello; se ciascuno, senza alcuna pretesa di merito, si sentirà di dover essere missionario e annunciatore in forza del battesimo che ha ricevuto.
Allora il ritrovarsi in questa illustre chiesa arcidiaconale-abaziale nel giorno del Signore, "per ricevere misericordia e trovare grazia", sarà come ritrovarsi ogni settimana a casa propria, tra volti conosciuti ed amici, tra fratelli che nello "stare insieme" sperimentano la vera gioia.
Ecco: ora sono qui con la mia buona volontà, con l’esperienza accumulata in oltre 30 anni di sacerdozio; sono qui con l’Autorità conferitami dal mandato del Vescovo, successore degli Apostoli, ma sentendomi anche quella povera polvere su cui il Signore sta scrivendo; certo però che, se le righe qualche volta risulteranno storte, Lui saprà raddrizzarle.
Del resto inviandomi a voi, il Signore, unico Pastore delle nostre anime, mi ha fatto capire che ha bisogno di me:  delle mie mani per benedire, dei miei piedi per raggiungervi nelle case, della mia parola per annunciarvi Lui, e solo Lui; e anche del mio cuore perché attraverso di esso passi e si renda visibile il suo amore per ciascuna persona di questa Comunità.
All’intercessione di Maria alla quale questa chiesa è dedicata, e dell’Apostolo Pietro nostro Patrono, roccia su cui Cristo ha fondato la sua Chiesa, affido questi sentimenti, propositi e desideri all’inizio del mio ministero tra voi, in questa terra agordina benedetta da Dio con tante luminose figure, tra le quali non posso non ricordare il Servo di Dio Albino Luciani che qui ha svolto la sua missione di giovane sacerdote, accanto all’Arcidiacono mons. Luigi Cappello.
A voi, cari amici, chiedo fin d’ora di accogliermi e di sentirmi davvero, ad un tempo, per voi padre, con voi fratello ed amico.

 

Agordo 24 ottobre 2009

 


Agordo
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Agordo Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente
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Arcidiaconale di Santa Maria Nascente Madonna della misericordia
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Arcidiaconale di santa Maria Mascente Santa Barbara
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Don Giorgio Lise
Arcidiacono


Agordo Chiesa Arcidiaconale di Santa Maria Nascente

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