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Una lettera dall'Uganda di Piergiogio Da Rold di "Insieme si può"
Una Casa per Peter
"I Colibri di Insieme si può..."  un'abitazione per un giovane ugandese spastico

 

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Appello di Suor Fernanda per gli orfani del Nord Uganda

Quando la solidarietà non è un "affare di stato"


Insieme si può: sostegno a distanza

Opportunità 
Per persone non autosufficienti


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La ristorazione.
Belluno tra stelle e mediocrità



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Belluno Romana.
Sintesi storica
per un nuovo statuto della Provincia


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La Falcadina
Un racconto di
Fulcio Bortot


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Il palazzo Demezzan
a Feltre


Le Interviste

Maurizio Paniz
Parlamantare di F.I


Loris Scopel
Sindaco di Seren
del Grappa


Chiesa

Lettera aperta
al Vescovo
di Belluno feltre
 

Laboratorio

Enti Inutili.
Le comunità montane della Val Belluna 

Parrocchia e frazioni comunali

La Messa 
Tanti preti santi
Ma non mancano i funzionari.


Un intervento di Alex Vascellari
Seminarista

Caso Welby 1
Requiem laico
Giuliano Ferrara


Caso Welby 2
I funerali
Di Giuliano Ferrara

I luoghi della cultura

Il Caffé Letterario
di feltre


Indice di tutti gli articoli

Oggi avrei proprio desiderato essere un grande scrittore per descrivere con parole non scontate quanto avvenuto di grande in questa piccola parte della grande Africa.
Oggi avrei desiderato essere un grande fotografo per immortalare in una singola immagine la gioia incontenibile di un'intera famiglia di fronte ad un dono inatteso.
Oggi avrei voluto essere un grande regista per filmare un giovane spastico che, utilizzando i piedi, tagliava con una forbice il nastro posto all'ingresso della sua nuova casetta.
Oggi avrei voluto essere un poeta per dire anche quello che le immagini non possono e non sanno dire.
Purtroppo mi ritrovo invece carente,  sia nelle parole, sia nelle immagini (la batteria della telecamera mi ha abbandonato proprio sul più bello!) nel raccontare la storia di Peter Lutaaya e di come i gruppi Colibrì di "Insieme si può..." gli abbiano fatto dono in casetta dove d'ora in poi potrà vivere con la sua famiglia che dire sfortunata è davvero poco.
Peter infatti è spastico, orfano di padre, la madre sta morendo di Aids mentre le tre sorelle e il fratello, tutti giovanissimi, sono anch'essi sieropositivi. 
Vivevano finora tutti in una piccola casetta di 15 metri quadri dove era impossibile entrare con la carrozzina e per la quale pagavano un affitto al di sopra delle loro quasi inesistenti finanze.
Nello scorso mese di ottobre i gruppi Colibrì, informati di questa questa situazione dai volontari di "Insieme si può..." che operano a Kampala, avevano deciso di dedicare a Peter e alla sua famiglia la consueta iniziativa natalizia, che li ha visti visitare centinaia di famiglie per annunciare a tutti che Gesù Bambino aveva quest'anno anche le sembianze e le aspettative di Peter.
Come negli scorsi anni per Harriet, una ragazza di Gulu rimasta paralizzata a causa di una pallottola, per David, anche lui invalido, per Lucas, bambino brasiliano bisognoso di costose cure mediche, l'impegno dei Colibrì si è concretizzato nei 5.000 euro necessari alla costruzione di una bella casetta costruita nella periferia della capitale dell'Uganda.
I lavori, iniziati a metà gennaio, sono stati portati a completamento in soli due mesi, un piccolo-grande miracolo reso possibile dal lavoro congiunto di tante persone. 
Di Nicholas, prezioso e vulcanico collaboratore di "Insieme si può...", dei suoi operai della scuola professionale MCAFS, delle donne del progetto di micro-credito.
E certamente alla festa di inaugurazione, sugellata dalla consegna di una maglietta inviata a Peter dai ragazzi bellunesi, assieme a Piergiorgio, Stefania, Flavia e Alessandro, in visita da Belluno ai progetti che "Insieme si può..." sta realizzando in Uganda, erano idealmente presenti anche Edy, "anima" del gruppo e tutti loro, i Colibrì che si sono impegnati per costruire un piccolo angolo di Paradiso per una famiglia che stava vivendo momenti di autentico inferno.
Piergiorgio Da Rold


Peter

 

 

 


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